COME VINCERE LA DEPRESSIONE
di Clyde Narramore
LA REALTÀ DELLA DEPRESSIONE
Al mondo tutti cercano la felicità, e
sono disposti a grandi sacrifici anche economici pur di trovarla.
Ø
Eserciti di medici, psichiatri, psicologi, sacerdoti ed
altri ancora cercano di aiutare la gente a trovare pace, serenità, gioia, e la
felicità che tanto desidera.
Ø
Ma la gente fa ricorso anche ad altre vie, non
convenzionali e sbagliate. Si reca da maghi, chiromanti, cartomanti, streghe,
negromanti; si rivolge ad altre religioni, in specie orientali – che si
appoggiano a spiriti diabolici.
Ø
Tenta la via dell’alcol, della droga; cerca la felicità
nel sesso incontrollato, ed arriva a partecipare alle sette diaboliche, pur di
ottenere potere ad ogni costo.
Ma la felicità pare
sfuggire di mano. Si arriva al ricovero in ospedale, al manicomio, e perfino al
suicidio.
Momenti di scoraggiamento che
vanno e vengono e che durano anche qualche giorno, rientrano nella normalità
della vita e capitano a tutti.
Ø
Ma quando la depressione si prolunga troppo, o è troppo
frequente, allora non è più normale e può portare a gravi conseguenze – perfino
a pensare al suicidio; e le depressioni prolungate possono portare al
manicomio.
In questi tempi moderni la malattia si è estremamente diffusa, e ne sono vittime persone d’ogni età, cultura e classe sociale.
Anche i cristiani possono esserne vittime.
Ø
Ma il cristiano “depresso” non potrà dare una
testimonianza valida della potenza di Dio, della pace e gioia che il
cristianesimo degli inizi promette, e che deriva dall’unione autentica con DIO.
è Satana
si serve delle depressioni per screditare il cristianesimo.
Ø
La “depressione” intacca
la relazione personale con Dio. La preghiera allora è senza vita, e pare non
ricevere risposta; diventa scarsa o scompare l’esperienza ravvivante di Dio.
Ø
Ma la depressione non influenza solo chi ne soffre: si riflette
sui familiari, sui bambini in particolare, sull’ambiente che frequentiamo.
- Nel matrimonio si sviluppano pressioni, e si avverte un ambiente
di sconfitta.
PIENEZZA DI GIOIA alla Sua presenza – È quanto promette la Parola di Dio (Sal
16,11).
Ø
Ma alcuni non
accettano questa gioia alle condizioni di Dio;
Ø
Altri, pur cercandola, non riescono a farla propria, e
i loro sforzi sembrano tutti fallire. PERCHÉ?
Cerchiamone prima il motivo tra le cause fisiche della
depressione.
Spesso nella
depressione vi è una base fisica,
un’importante componente fisica. Vi sono fattori fisici generali che includono:
-
La giusta quantità e qualità di cibo che fornisca
l’energia necessaria;
-
Il non essere sovraccarichi di impegni;
-
Altri problemi e malattie fisiche esistenti.
In caso di depressione, si devono considerare
attentamente tutti questi elementi, e prendere i provvedimenti necessari.
Ø
Infatti, alcuni disturbi fisici provocano forti
depressioni, e possono esserne la causa principale. Come ad esempio i disturbi
alle ghiandole endocrine o alla tiroide, e una volta curati si risolve
automaticamente il problema.
Tra i fattori
psicologici della depressione
scopriamo diversi atteggiamenti psicologici significativi che hanno grande
importanza nella malattia, in specie nelle forme più gravi.
1.
INSICUREZZA – Il
depresso è essenzialmente insicuro.
Ø
Si sente indegno, incapace, ha sensazioni di colpa,
timori, ansietà. Non si sente all’altezza degli altri e della situazione, né
delle richieste del Signore.
Questo fatto lo opprime e origina sentimenti di depressione.
2.
MANCANZA D’AMORE – La
causa della depressione potrebbe risalire alla mancanza d’amore vero e spontaneo nella fanciullezza. Spesso
i bambini sperimentano l’indifferenza dei genitori – che troppo occupai nel
lavoro o in parrocchia, vedono i figli come ostacolo alla propria realizzazione
personale e li trascurano – e questi se ne sentono respinti.
-
Altri genitori, pur
amando i figli, non riescono a manifestare loro l’amore necessario. Allora
il bambino si sente solo, poco amato, respinto, indegno.Sensazioni che possono
penetrare anche nei primissimi anni di vita.
-
Anche gli insegnanti o
chi ha contatti prolungati coi bambini possono contribuire a formare in
loro tali sensazioni di disamore e di repulsione.
-
Crescendo il bambino potrà
continuare a sentirsi indegno e non amato, e la sua vita sarà infelice,
frustrata, depressa.
3.
CORREZIONE NEGATIVA – È
un’altra causa psicologica della depressione. Umiliare il bambino di fronte
agli altri per un errore, o chiamarlo “stupido”, o “ignorante”, può produrre
effetti molto negativi. Un tale trattamento, se prolungato, sviluppa
atteggiamenti di rigetto e di indegnità.
4.
SEPARAZIONE DA GENITORI E PERSONE CARE –
Producono pure atteggiamenti di indegnità, di insicurezza che portano a
sentimenti di scoraggiamento e di depressione.
-
Questo accade nel divorzio, o per la morte di un
genitore.
-
Se il bambino si vede trascurato, non sperimenta l’amore
dei genitori che gli è tanto essenziale per lo sviluppo di sani atteggiamenti
emotivi.
5.
IL PARAGONE SFAVOREVOLE CON GLI ALTRI – Il
paragone continuo tra due figli può essere una causa dello sviluppo della
depressione:
-
i genitori che esaltano i meriti di uno ai danni
dell’altro, mancano di tatto e di comprensione.
-
Infatti, anche se il bambino, stimolato da questo
paragone, potrà comportarsi meglio, come persona si sentirà indegno, e
avvertirà di doversi comportare in base a certi standard per essere accettato.
-
Questo potrà svilupparsi in seguito nella depressione e
scoraggiamento, e dei propri fallimenti egli tenderà ad incolpare se stesso,
ingolfandosi nel circolo vizioso di sentirsi incapace di tutto, incolpandosi
del problema e impegnandosi a fare meglio.
6.
GENITORI PERFEZIONISTI - ed
eccessivamente critici, causano atteggiamenti di pessimismo e di scoraggiamento.
-
Genitori che vorrebbero ogni cosa fatta al massimo
della perfezione, e che trovano errori dappertutto.
-
La cosa più importante per il bambino non è
avere i voti massimi a scuola, ma raggiungere
l’età adulta con un alto grado di equilibrio emotivo e spirituale.
-
Quando ciò avviene, la realizzazione della persona
avviene naturalmente.
Questi
sono alcuni dei fattori principali che si trovano di continuo
alla base della depressione.
Ø
Per
SUPERARLI è necessario valutarli e capire in che modo hanno influenzato
le attitudini emotive della persona, la sua immagine di sé e degli altri.
Al Centro di Consulenza Cristiana NARRAMORE incontriamo
spesso persone con reazioni depressive temporanee, che senza aiuto
potrebbero protrarsi fino ad un anno ed oltre. Le cause:
Ø
Pressione,
problemi finanziari, perdita del lavoro, morte di una persona cara,
separazione, forti delusioni, attacchi personali ed eventi traumatici.
Un terapista cristiano
capace può offrire un valido aiuto a questi casi.
Il fattore essenziale
per superare ogni problema spirituale ed emotivo è
innanzi tutto
-
CAPIRE prima,
-
affrontare poi
realisticamente il problema e quindi
-
cercare di comprenderne le cause di fondo.
Si dovranno tenere presenti tutti i fattori psicologici
che si scopriranno col procedere della discussione sul problema “depressione.”
La causa maggiore di depressione e di scoraggiamento è la
Ø
mancanza di una
relazione vitale con Dio tramite Gesù Cristo.
Ø
La persona che NON ha sperimentato una relazione
personale con Cristo può non avere uno scopo
o un significato ultimo nella vita.
-
Infatti, è per questo motivo che Dio ha creato l’uomo: è
la sua natura.
Ø
Senza Cristo non
può esserci calma né ottimismo, nessuna stabilità e
sicurezza di fondo.
-
Al di fuori di
Cristo nessuno può avere la gioia più piena della vita.
-
Questi sono i fatti scientifici enunciati da Dio Stesso
nella Bibbia.
CON CRISTO la vita assume una prospettiva nuova.
Ø
La consapevolezza di essere creature spirituali create ad immagine di Dio ci dà una comprensione nuova della
vita.
La ricerca di
significato e di scopo che prima facevamo nelle finanze, nel lavoro, nel divertimento
ha trovato un porto nella Parola di Dio!
Finché una persona non riconosce di
essere stata creata ad immagine di Dio,
Ø
Di essere peccatore e separato da
Dio,
-
E di avere bisogno di redenzione, attraverso
una relazione personale con Gesù Cristo,
-
In un certo senso è
fuori della realtà.
è Chi
NON ha accettato questi fatti corre in vicoli ciechi, ed
ogni tentativo di raggiungere gioia e felicità per altre vie è
destinato a produrre dosi di frustrazione e scoraggiamento.
- La storia umana è piena di milioni di persone la cui vita è cambiata attraverso l’esperienza personale di Cristo.
Ø
Testimonianza – Conobbi uno
studente universitario che cercava di superare il senso di futilità e di
mancanza di scopo della vita attraverso l’istruzione, i raggiungimenti
intellettuali, i mezzi sociali ed altro.
-
Io gli indicai la sua necessità di una vita spirituale.
-
Dopo varie discussioni e dopo aver letto la Bibbia,
s’inginocchiò e disse: “Vorrei chiedere a Cristo di entrare nella mia vita,” e
pregò dicendo:
“Gesù, sono un peccatore e ho
bisogno di te. Vuoi venire nel mio cuore e darmi una vita nuova?”
-
La settimana successiva disse:
“Sono
una persona diversa. È la differenza tra ESISTERE SOLTANTO E VIVERE.”
Una persona SENZA
relazione personale con Cristo in realtà esiste
solo, senza vivere: Ha solo una vita temporale.
Ø
Ma quando mette la sua
fede e speranza in Cristo, comincia a vivere su un piano diverso, in una dimensione
nuova.
Ø
La sua vita diventa bella, assume un significato nuovo
ed uno scopo profondo e porta grazie abbondanti alla persona che è nel giusto
rapporto col Creatore di ogni personalità umana.
Ø
Ma nonostante la vita nuova e le
molte grazie che si ricevono quando si stabilisce un rapporto personale con
Cristo, molti cristiani vivono una vita insoddisfatta e frustrata.
Un motivo di questa mancata
consapevolezza quotidiana della presenza intima di Dio è chiaramente definito
nella Scrittura.
-
In Giovanni 14,16 leggiamo: “Pregherò il Padre,
ed Egli vi darà il Consolatore, perché abiti in voi per sempre.”
-
Attraverso la potenza
dello Spirito Santo Dio ci ha dato il mezzo per camminare sempre in
stretta comunione con Lui.
Ø
Molti credenti comunque non sperimentano la gioia di questa comunione ed
amicizia.
-
Hanno Cristo come Salvatore personale, e magari anche
qualche conoscenza della Parola di Dio;
-
Talvolta possono anche parlare di Cristo agli altri.
Ma NON capiscono che Dio è una realtà in tutta
l’esperienza della vita.
1.
Quelli che non
conoscono Cristo – Incontrano le depressioni e frustrazioni più
grandi e sono sempre in conflitto con le verità eterne di Dio.
-
Queste persone sono al di fuori di gran parte della
realtà umana e spirituale, e ignorano il Creatore dell’Universo.
2.
Quelli che hanno
una conoscenza personale di Cristo, ma
NON sperimentano una
relazione vitale e quotidiana con Lui.
-
Questi possono essere paragonati al figlio di due
ricchi: è il figlio legale ed erede, e tutti lo sanno.
-
Ma per un qualche motivo sconosciuto non fa i semplici passi necessari per ereditare le
ricchezze del Padre.
Ø
Questo
avviene alla persona che non capisce la comunione
dell’uomo con Dio momento per momento.
-
È sempre un figlio di Dio perché ha ricevuto Cristo
come Salvatore personale,
-
Ma manca di appropriarsi delle ricchezze ereditate da Dio
per la sua vita di ogni giorno.
3.
Quelli che sono
quotidianamente controllati dallo Spirito Santo.
-
Questa comunione è
per ogni credente, come è chiaramente espresso nella Parola di Dio. In
Efesini 5,18 ci si comanda di “essere pieni dello Spirito Santo.”
-
Altri testi della Scrittura poi definiscono chiaramente
i mezzi per questa continua pienezza ed abitazione dello Spirito Santo in noi.
a) In
Efesini 4,30 leggiamo: “E non rattristate lo Spirito Santo di Dio,
posto in voi come sigillo, come garanzia per il giorno della completa
redenzione.”
-
Qui ci si raccomanda di non addolorare lo
Spirito.
-
Addoloriamo la Terza Persona della Trinità quando nella
nostra vita c’è il peccato.
-
Naturalmente, come per tutti i comandi di Dio, Egli ci
dà il modo di superare il problema.
Ø
In 1
Giovanni 1,9 c’è un versetto noto a molti cristiani:
-
“Se
confessiamo i nostri peccati, Egli è fedele e giusto da
perdonarli, e da purificarci da ogni errore.”
-
Questo è il
primo passo per ogni credente che voglia sperimentare in
modo più profondo e significativo la presenza continua di Dio.
-
É il DONO che Dio ci fa per superare la tristezza che
possiamo aver causato allo Spirito Santo.
b) In 1
Tessalonicesi 5,19 ci si raccomanda di “non ostacolare l’azione
dello Spirito.”
-
In altre parole, NON
dobbiamo disobbedire al Signore o rifiutare di arrenderci alla Sua guida.
-
La soluzione a questo problema la troviamo in Romani
12,12, ed è il secondo passo verso la comunione continua con Dio:
-
“Vi esorto dunque, fratelli, ad offrire voi stessi a Dio in sacrificio vivente, a
Lui dedicato, a Lui gradito. È questo il vero culto che Gli dovete.
-
NON adattatevi alla
mentalità di questo mondo,
-
ma lasciatevi
trasformare da Dio con un completo mutamento della vostra mente.
-
Sarete così capaci di capire qual è la volontà
di Dio, vale a dire ciò che è buono, a Lui gradito, perfetto.”
c) Ecco infine un terzo passo
definitivo per chi cerca una comunione più stretta e un’amicizia più profonda con Cristo
mediante la potenza dello Spirito Santo.
-
Lo troviamo in Galati 5,25: “Se è lo Spirito che ci
dà la vita, lasciamoci guidare
dallo Spirito.”
-
In altre parole, il cristiano che vuole sperimentare
l’amicizia continua con Cristo deve camminare
nella dipendenza consapevole dallo Spirito Santo.
-
NON dobbiamo contare sulla
nostra forza di volontà.
Dobbiamo essere in uno stato di dipendenza continua dalla guida del Signore e
del Suo Spirito.
Non appena il cristiano comincia a praticare:
Inizia allora a stabilirsi una relazione di gioia e di felicità che
diventa giorno per giorno sempre più significativa.
Senza questo controllo,
questa guida da parte dello Spirito, possiamo vedere come molti
cristiani sono depressi, frustrati, preoccupati.
Ø
Siamo creati a immagine di Dio e funzioniamo con
efficienza solo se operiamo in
conformità ai principi stabiliti dalla Parola di Dio.
-
NON vive secondo le verità della Parola di Dio,
-
NON confessa i suoi peccati,
-
NON consegna a Cristo la propria vita e
-
NON vive, non cammina nella potenza dello Spirito di
Dio,
quella persona NON utilizza
la pienezza della promessa fatta da Dio a tutti i credenti.
Ø
Se il credente NON
riconosce :
-
la propria posizione in Cristo,
-
la sovranità di Dio e il
-
principio della potenza dello Spirito Santo che guida
ogni momento della sua vita,
abbiamo le cause-base
della depressione e dello
scoraggiamento.
In ogni problema depressivo grave e di lunga durata, è
necessario un
Ø
Esame fisico completo. Se
infatti alla base c’è un grave disturbo fisico, consigli ed applicazioni
spirituali serviranno a poco.
-
Finché non è corretta la radice fisica del problema,
non si potranno fare progressi spirituali.
Ø
La
natura umana è fatta in modo meraviglioso, e resta difficile stabilire con
certezza quali aspetti di un problema di adattamento siano fisici, spirituali o
emotivi.
-
per comprendere il problema tuttavia cercheremo di
isolare alcuni dei fattori-base per superare la depressione con mezzi
spirituali ed emotivi.
Ø
Mancanza di scopo e significato
Quando una persona è frustrata per
mancanza di scopo e significato ed è consapevole del suo senso di
bisogno, questo è un chiaro sintomo di problema
spirituale.
Come abbiamo già detto, in
realtà la persona lontana da Gesù Cristo NON può sperimentare nella vita
la pienezza della gioia e della felicità.
Per chi non ha mai
riconosciuto Dio nella storia e
nella propria vita personale,
Ø
il passo più
importante per superare l’atteggiamento
emotivo alla preoccupazione e al pessimismo è:
-
stabilire con fermezza
una giusta relazione con Gesù Cristo.
-
Questo è chiaramente
definito nella Scrittura.
1.
Chi non ha riconosciuto la Persona
e l’opera di Gesù deve arrivare a riconoscere
che tutti gli uomini sono esseri spirituali.
-
Siamo creati a immagine di Dio (Genesi 1,26).
-
Essendo spirituale, l’uomo ha quindi la capacità di
conoscere Dio e di comunicare con LUI in una relazione personale.
2.
Il secondo passo
verso questo rapporto personale con Cristo è riconoscere che tutti gli uomini
hanno peccato volontariamente, e
quindi sono separati da Dio. (Romani 3,23; 3,10).
-
Leggendo la Bibbia
ci renderemo conto della nostra indegnità davanti a Dio, e che ogni uomo ha
peccato. Ora siamo pronti al terzo passo:
3.
Capire che il
castigo (retribuzione) del
peccato è la morte e che Cristo ha
pagato questo prezzo.
-
In Romani 6,23 la cosa è espressa con chiarezza:
-
“Perché il salario del peccato è la morte; ma il
dono di Dio è la vita eterna per mezzo di Gesù Cristo.”
-
E il Dio d’amore che aveva stabilito
la morte come pena per il peccato, ha mandato Gesù Suo
Figlio a pagare questa pena, meritata da noi” (Romani 5,8):
-
“Dio ci manifesta il Suo amore per noi nel fatto
che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.”
4.
Infine, la persona può completare il suo accordo eterno
con Dio riconoscendo che non basta credere (Giacomo 2,19).
-
Non basta credere che Gesù Cristo è il Figlio di Dio e
che è morto sulla croce per i peccatori.
-
Ogni persona
deve chiedere, individualmente, a Gesù Cristo di venire nella sua vita.
-
In Giovanni 1,12 leggiamo:
“Alcuni però Lo hanno ricevuto, e a loro ha dato il potere di diventare figli
di Dio, a quelli che hanno creduto nel Suo nome.”
-
In Apocalisse 3,20 troviamo
ancora il Suo invito: “Ascoltate, Io sto alla porta e busso. Se uno Mi sente
e Mi apre, Io entrerò e ceneremo insieme, Io con lui e lui con Me.”
Per chi non ha mai avuto un
rapporto personale con Gesù, questo è il passo
più importante da fare, e che avrà mai fatto nella sua vita.
Il RISULTATO di questa transazione eterna per la persona sarà
una potenza nuova, una nuova stabilità, nuovo scopo e nuovo significato della
vita.
-
Il piano di salvezza di Dio NON ha lo scopo di essere un meccanismo psicologico per sollevare
sentimenti frustrati, paura e preoccupazione.
Ha bensì lo scopo
di ristabilire la nostra
relazione con Dio, affinché Egli possa dare ad ogni credente una vita
abbondante e gioiosa.
Per quanti hanno stabilito questa relazione
personale con Cristo, ma
Ø
continuano
a preoccuparsi, ad avere scoraggiamenti, ansie e depressioni, la
Scrittura dà luci abbondanti.
-
In Galati 5, 22-23 leggiamo sul frutto
dello Spirito: “Lo Spirito invece produce: amore, gioia, pace, comprensione, cordialità,
bontà, fedeltà, mansuetudine, dominio di sé. La
legge non condanna chi si comporta così.”
La GIOIA è elencata al
secondo posto tra i frutti dello Spirito.
-
I cristiani che NON hanno alcune di queste virtù o
frutti, come quelli che non riescono ad offrire una testimonianza efficace o ad
essere amici di altri credenti, mettono in chiara evidenza un problema spirituale.
-
Il PROBLEMA si centra sul fatto che sono incapaci – o si rifiutano – di
consegnarsi totalmente a Cristo e di permettere che la loro vita sia
controllata, momento per momento, dallo Spirito Santo.
Per questa persona la soluzione è facile.
-
Dio non fa mai le cose difficili per l’uomo: non cerca
di nasconderci i Suoi favori e le grazie che intende darci.
-
Li ha dichiarati nella Parola, e attende di poterceli
dare.
-
Molti cristiani tuttavia non capiscono del tutto i regali di Dio.
-
Alcuni non hanno studiato la Parola di
Dio e non conoscono i favori ottenutici da Cristo.
-
Altri conoscono
benissimo la Scrittura e i favori di Dio, ma si rifiutano di cedere a Dio, di arrendersi a Lui perché
sono centrati su se stessi, sulla forza di volontà e sul desiderio
di gestire la propria vita.
-
In un certo senso antepongono se stessi a
Dio, anziché consegnarsi alla Sua sovranità, amore e potenza.
Come già accennato per le cause spirituali ed emotive
dell’esaurimento,
Ø
il
ministero dello Spirito Santo
nella vita di ogni credente è una realtà
di cui egli può appropriarsi secondo il piano esposto
con semplicità nella Scrittura (vedi “Aspetti
Spirituali della Depressione”).
-
In Efesini 5,18 Dio ci ordina di “essere
ripieni di Spirito Santo”. E se questo è un Suo ordine, possiamo star certi
che ci darà i mezzi per realizzarlo.
-
Noi addoloriamo lo Spirito Santo, e la situazione viene
corretta quando ci rivolgiamo e ci convertiamo a Cristo e chiediamo perdono
(Giovanni 1,9).
-
Per “soffocare lo Spirito” la Scrittura intende non riuscire a cedere alla guida dello Spirito
Santo, ossia disobbedire al
Signore.
-
La soluzione al problema la troviamo in Romani 12,1-2:
“Vi esorto dunque, fratelli, a
-
(1) offrire
voi stessi in sacrificio vivente, a Lui gradito e dedicato. È
questo il vero culto che Gli dovete.
-
(2) Non adattatevi alla mentalità di questo mondo, ma
-
(3) lasciatevi
trasformare da Dio in un completo mutamento della vostra mente….”
Dobbiamo vivere in una
dipendenza consapevole dallo Spirito
Santo.
Ø
Questi
passi chiari sono il dono che Dio ci fa per purificarci
dal peccato, cedere a Cristo la
nostra vita e permettere alla potenza
di Cristo di manifestarsi nella nostra vita per mezzo dello Spirito
Santo.
-
Quando il credente ha risposto a queste condizioni
bibliche e ha consegnato al Signore la sua vita, avrà una gioia nuova ed una
radiosità mai avuta.
-
Le esperienze che prima lo deprimevano e lo
frustravano, rendendolo ansioso e preoccupato, cominciano a perdere la loro
presa:
-
Il cristiano vede che Dio controlla la sua vita momento per momento,
dovunque.
Con questa consapevolezza
egli scopre di possedere una sorgente
nuova ed assoluta di OTTIMISMO, GIOIA, ed una LIBERTÀ dalle
preoccupazioni e dallo scoraggiamento.
Non tutti i cristiani, comunque,
riescono a far proprio, pienamente, il dono più ricco di Dio mediante il
ministero e potenza dello Spirito Santo.
-
Alcuni rifiutano apertamente la dedizione
totale a Cristo a causa della propria volontà.
-
Molti credenti
inoltre, a causa di difficoltà emotive o di conflitti prolungati nella loro
personalità, non riescono a capire o
a reclamare le abbondanti grazie di Dio.
Ø
Una
persona ad esempio con un grave
problema depressivo per esser stata trascurata o rifiutata dai genitori, che
non ha mai sperimentato l’amore umano a nessun livello e che ha conosciuto solo rifiuto e ostilità,
- trova quasi impossibile avere con Dio una relazione d’amore.
Ø
L’amore, alla base, è una risposta imparata.
-
Se un bambino in casa è amato e si sente accettato,
impara ad amare.
-
Altrimenti troverà difficile un rapporto con Dio.
-
Legge la Scrittura sull’amore di Dio e sul Suo perdono,
ma è difficile che tali parole rientrino nel suo vocabolario emotivo, perché
-
Dai genitori, e magari dagli insegnanti, non ha avuto
che critica e rimprovero.
Lo stesso dicasi della
gioia. – Il bambino non riuscirà ad accettare la verità di queste
Scritture a causa dei suoi conflitti emotivi.
La risposta per superare
questi problemi di depressione sta
ancora nello stabilire una stretta
relazione col Signore.
-
Ma in questo caso il
procedimento è difficile e complesso.
Ø
Anziché confessare semplicemente il peccato e
cedere se stesso (arrendendosi) alla guida di Dio, vivendo nella dipendenza
dallo Spirito Santo,
-
questa persona
può aver bisogno di risolvere molti
dei conflitti personali di base che l’ hanno resa incapace di
consegnare a Cristo la sua vita.
-
Può trovare davvero difficile credere alla Scrittura
che dice: “Ma Dio ci ha dimostrato il Suo amore per noi dal fatto che,
mentre eravamo peccatori,Cristo è morto per noi” (Romani 5,8).
Ø
Comunque,
col procedimento della consulenza molti di questi individui cominciano a sperimentare, su
base genuina, l’amore di Dio.
-
Le difficoltà implicate in queste
brevi discussioni con quanti sono incapaci
di appropriarsi dell’amore di Dio a causa di prolungati conflitti emotivi
mettono in rilievo la
-
necessità per
alcuni dell’aiuto professionale e psicologico.
-
I problemi gravi della personalità, coi suoi conflitti,
richiedono infatti questo trattamento.
Resta comunque un vasto numero di persone con problemi
emotivi meno gravi che possono ricevere grande sollievo dalle considerazioni
spirituali, senza dover ricorrere a medici professionisti.
1.
Il primo passo per
superare le difficoltà emotive non gravi consiste nel RICONOSCERE
IL PROBLEMA.
-
La persona deve parlarne, magari in tempi di preghiera ed anche col Signore,
oppure con un amico o una persona cara.
-
Spesso il vero problema non si rivela alla prima
discussione.
-
Dagli specialisti ciò può avvenire ad esempio alla
quarta, o persino all’ottava consulenza.
Ø
Per chi soffre di depressione
quindi la cosa più importante è avere un amico che lo accetti e col
quale poter comunicare i propri sentimenti di depressione e
frustrazione.
2.
Oltre a riconoscere il problema,
dobbiamo CERCARNE LE CAUSE.
-
Ogni trattamento positivo, sia
spirituale sia medico o psicologico, dipende
da una giusta diagnosi.
-
Se discutete con un amico le vostre reazioni emotive,
ricercatene le cause che le originano;
-
Valutate i fattori discussi
con questo libro, e cioè:
-
Rigetto o senso di
repulsione, critica, paragoni sfavorevoli coi fratelli, atteggiamenti di
critica dei genitori, correzione negativa …
Ø
Cercate
di determinare quale di questi e in qual misura ha avuto parte nel provocare le
vostre attuali reazioni e atteggiamenti.
3.
Il terzo passo per
superare la depressione emotiva consiste nel RINTRACCIARNE LE CAUSE. Dobbiamo capirne
le dinamiche.
-
Queste sono strettamente connesse alle cause basilari
del problema, ma penetrano più in profondità, fino a capire il “lavoro” emotivo
del vostro comportamento.
-
Esempio – Una volta
“consigliavo” una signora che soffriva di depressione. Per la settimana
successiva le chiesi di annotare i momenti in cui era particolarmente depressa.
-
Venne fuori che le due volte in cui aveva più sofferto
erano state in seguito a dei rimproveri del suo datore di lavoro e di suo
marito.
-
Risultò così che ella reagiva alla critica con forti
sentimenti depressivi perché si sentiva più indegna, incapace e respinta.
Ø
C’è
una dinamica comprensibile che deve essere determinata e che è necessario
scoprire per capire cosa accade a livello emotivo.
Raggiunta questa
comprensione, siamo pronti per il passo successivo.
4.
Il quarto passo per
superare la depressione è L’APPLICAZIONE
DELLA BIBBIA, ricca di conforto e di aiuto per tutti i sofferenti
di mali emotivi.
Ø
La Parola parla per aiutarci a regolare i nostri
disturbi emotivi.
-
Ad esempio in
Efesini 1,6 la Parola dice al depresso: “A Dio dunque sia lode,
per il dono meraviglioso che ci ha fatto per mezzo di Gesù, Suo amatissimo
Figlio”.
-
La persona depressa si sente respinta e non amata.
-
Nella Parola di Dio sarà continuamente messa di fronte
all’amore di Dio (il dono meraviglioso che ci ha fatto per mezzo di Gesù).
-
È un conforto meraviglioso vedere che IN CRISTO siamo
totalmente accettati da Dio:
-
Siamo i Suoi prediletti. Anche se conosce tutto di noi,
ci ama ugualmente!
Ø
E ancora in 1 Giovanni 2, 1-2 leggiamo: “Figli miei,
vi scrivo queste cose perché non cadiate in peccato.
-
Se uno cade in peccato, possiamo contare su Gesù
Cristo, il Giusto.
-
Egli è nostro avvocato preso il Padre,
-
Si è sacrificato per ottenere il perdono dei
nostri peccati, e non soltanto dei nostri, ma di quelli del mondo intero.”
Ø
Questi versetti parlano della nostra dignità davanti a Dio.
Ø
La persona depressa, che si sente
indegna, non amata né accettata, nella Parola scopre che
tutta la razza umana è indegna. Infatti:
-
“Tutti hanno peccato e sono privi della presenza di
Dio che salva” (Romani 3,23),
-
e il depresso comincia a capire che come cristiano ha
un nuovo senso di dignità e di valore.
-
Non tramite qualcosa fatto da lui o dai genitori, ma
per quanto ha fatto Gesù sulla Croce.
-
Il suo valore, la sua dignità, il suo benessere non gli
derivano dai genitori o da chi ha intorno, ma dalle verità eterne della Parola di Dio.
Ø
In altre parole, non
appoggerà più sulle persone la propria vita, ma su Dio.
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E mentre approfondirà sempre più la conoscenza della
Parola, le verità eterne metteranno
radici nel suo cuore,
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E produrranno le variazioni emotive necessarie
al suo carattere.
Ovviamente NON è un
processo che duri un sol giorno, ma richiede tempo perché il depresso spesso
trova difficile credere a queste promesse della Parola.
Ø
Ma se si fanno questi passi-base, si riceve una luce
utile.
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Si può dire al Signore: “Padre, riconosco che mi è
difficile capire il Tuo amore.
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Mi sento indegno, ma insegnami a capire la Tua Parola
quando dice che sono accettato in Gesù. Insegnami il significato di
questo.
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Capisco di essere impedito a causa di azioni passate.
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Insegnami il Tuo amore in maniera nuova.”
Ø
Quindi la persona comincerà
a capire il modo pieno e totale in cui è accettata da Dio.
Ø
Di conseguenza cominciano
a sparire i sintomi di depressione e scoraggiamento.
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Ma tale processo si completerà solo
se la persona continuerà ogni giorno a crescere nel Signore leggendo
la Bibbia, pregando e parlando di Cristo agli altri.
Ø
Se svilupperà queste comprensioni personali nel
regolare la vita spirituale ed emotiva, il Signore migliorerà di continuo il
suo benessere spirituale, gli darà pace e una gioia nuova e farà affluire molte
grazie e benedizioni nella sua vita e dalla sua vita.
Abbiamo
considerato la gamma delle
depressioni che va dallo scoraggiamento leggero ai conflitti più
gravi, che risultano in tentativi di
suicidio e nella necessità di ricovero in appositi istituti.
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Abbiamo anche parlato di alcune cause spirituali,
fisiche ed emotive di questi disturbi.
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Abbiamo visto che per
molte persone il problema essenziale è non aver mai sperimentato una relazione
personale con Gesù Cristo.
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La loro vita perciò manca di scopo e significato.
Ø
Per altri abbiamo visto che, pur avendo accettato Cristo come Salvatore, non
Gli hanno consegnato TOTALMENTE la loro vita.
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Non capiscono il cammino da fare momento–per–momento,
giorno– per– giorno, con Cristo.
Ø
Abbiamo dato una traccia dell’insegnamento biblico del
ministero dello Spirito Santo e del modo in cui tutti i cristiani possono far
proprie le meravigliose provviste di Dio.
Ø
Abbiamo inoltre considerato molti dei fattori emotivi –
esperienze infantili che impediscono la crescita emotiva e che permettono che
l’adulto soffra ancora di gravi depressioni emotive.
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Tale persona non riesce a sentirsi degna e amata, e di
conseguenza soffre di sentimenti di depressione e scoraggiamento.
Quindi abbiamo considerato i
mezzi per superare molti di questi problemi, quando non sono gravi.
Vi sono tuttavia molti cristiani che soffrono di gravi depressioni e
che necessitano di cure professionali
anche per lunghi periodi.
Ø
Alcuni, per il fatto di essere cristiani, credono di non averne bisogno.
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Ma se vi sono problemi
di origine spirituale, ve ne sono pure di origine fisica e psicologica, e un credente non
dovrebbe esitare a cercare l’aiuto necessario.
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Come i cristiani si rivolgono al medico per una gamba
rotta o per una polmonite,
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non dovrebbero esitare a rivolgersi a uomini di Dio che si
sono dedicati al servizio dei fratelli
nel lavoro di consulenti cristiani.
Ø
Lo psicologo o psichiatra cristiano è un servo di Dio
al quale il Signore ha dato tecniche e doni particolari per capire il
comportamento umano.
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E come non esitiamo ad andare da una guida spirituale
per problemi dello spirito,
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non dovremmo esitare a recarci da un consulente
cristiano che svolge lo stesso lavoro nel campo delle irregolarità emotive e
spirituali.
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E poiché è specializzato in quel lavoro, è capace di
sciogliere i nodi più duri dei disturbi emotivi.
Ø
Chi dovrebbe andare
da specialisti di professione? - Cerchiamo
di esaminare alcuni consigli generali.
1. Chiedersi innanzi
tutto: “Il mio problema è tanto grave da abbassare il mio rendimento?”
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Una persona può soffrire di un problema spirituale quando rifiuta di
cedere al Signore la sua vita, e tuttavia può riuscire a svolgere i suoi
incarichi.
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Ma quando l’efficienza quotidiana è impedita, può essere il
segno della necessità di aiuto professionale.
2. Valutare la durata del problema.
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Se dura da mesi, o da anni,
di solito è di natura più grave e si dovrebbe cercare un aiuto professionale, sia
medico sia spirituale, per risolverlo.
3. Chiedersi: “Ho risposto a tentativi precedenti
di risolvere il problema?”
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Molti cristiani hanno
pregato su un problema emotivo, hanno parlato con un ministro e hanno fatto
pregare senza ottenere miglioramenti.
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Capiscono la Scrittura su
quanto Dio vuol dare per la vita di ogni giorno attraverso il ministero dello
Spirito Santo, ma non hanno avuto sollievo nel problema.
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Se il problema fosse
stato solo spirituale, e se la persona è
sincera nella ricerca, Dio non avrebbe trattenuto la risposta.
Ø
Il fatto che il problema non sia stato risolto in passato con l’aiuto spirituale significa che
la sua natura è emotiva da tempo.
Ø
Ma è vero anche l’opposto:
molti non-cristiani vanno da psicologi secolari per problemi depressivi.
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Ne parlano, ne
analizzano le cause e le capiscono, ma restano depressi.
Ø
In molti casi il problema alla radice è che la
persona non ha stabilito una relazione profonda col Signore.
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Il suo problema
NON è emotivo, ma spirituale.
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In questo caso quindi la persona
che riceve aiuto emotivo e non risolve, dovrebbe cercare un’altra soluzione,
perché il problema pare sia di ordine spirituale.
Queste tre indicazioni
possono offrire molto aiuto nella ricerca di una soluzione.
Ø
Aiuto
medico, o di consulenti cristiani esperti?
Ø
Una
parola finale:
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Sebbene si riceva un enorme sollievo parlando del
problema con una persona cara, o per mezzo di risorse spirituali, vi sono casi
in cui il problema è di lunga durata e grave, e merita attenzione
professionale.
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I cristiani dovrebbero considerare un privilegio il
poter consultare persone che il Signore ha fornito per risolvere i conflitti
emotivi più gravi della loro vita.
Alcuni ricordi che risalgono
alla più lontana infanzia possono minacciare la vita degli adulti.
Ø
Anche se sepolti nell’inconscio, possono bloccare la
personalità di un individuo.
Ø
Allora è
necessario pregare per la guarigione delle memorie, dei
ricordi.
La guarigione interiore
è un procedimento, non un momento.
Ø
È un mezzo per accelerare la crescita emotiva, che è il
prodotto naturale per chi segue Gesù e la Sua Parola.
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Essa ci porta a capire
cosa ci induce a fare ciò che sappiamo essere sbagliato, e NON ci fa fare ciò
che sappiamo essere giusto
(Romani 7,15).
La guarigione dei
ricordi – ci permette e ci porta ad affrontare i problemi che
stanno alla radice del male spirituale;
Ø
È un mezzo per instillare
immagini positive nella profondità della mente.
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Queste immagini determineranno in gran parte come
rispondere, come reagire ad
ogni momento della vita.
L’essere stati respinti –
può essere una causa dell’esaurimento, e può risalire all’infanzia e generare
rabbia e amarezza.
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Tutto questo si riflette su coloro con i quali abbiamo
relazione, e li fa sentire RESPINTI.
Il matrimonio –
può mettere in risalto la nostra impreparazione emotiva, rivelarla apertamente.
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Ma per guarire è necessario
scoprire le cause prime del senso di rigetto.
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“Che relazione hai avuto con tuo padre? Com’è stata la
tua infanzia?”
Nella preghiera e con
della meditazione, possiamo chiedere allo Spirito Santo di
rivelarci le nostre ferite, i segreti del nostro cuore.
Ø
Io ad esempio mi credevo la regina dell’universo, la
migliore persona al mondo, perché mio padre mi idolatrava.
Ø
Fin troppo protetta, e questo mi rese fragile e
impreparata alla vita.
è [N.B.
– La TROPPA PROTEZIONE – COME L’ESSERE RESPINTI, producono gli stessi risultati.
Solo Dio equilibra tutto].
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Chi si ritiene superdotato per l’eccessiva
protezione dell’ambiente, rimane scioccato
davanti alle prime sconfitte della vita.
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Ciò porta alla depressione
e all’ansietà, alla voglia di gridare, di tirare un calcio a tutto.
E si sentono respinti.
Ø
La fede viva in Gesù
Cristo dà nuovo significato a chi si trova in questo stato.
Ø
Dobbiamo cercare di cedere allo Spirito il controllo della nostra vita.
Ø
Questo porta all’inizio della nuova vita promessa da
Gesù.
Ma questa non è la
soluzione di tutto: è necessario approfondire la ricerca, risolvere i problemi alla
radice.